ciao bellezza, mi porti via?

una volta era autunno
era poco fa
e sulla pagina fb di un amico ho visto questa immagine

sai quando quasi ti arrabbi, scopri il bello e dici
ma cazzo ma come è possibile che finora io non sapevo che esistesse una cosa TANTO bella e l’ho persa e quanti giorni senza averla dentro.

mi affiora spesso,  spessissimo fra i pensieri
questo affresco di beato angelico
(che è nel convento di san marco a firenze – proprio in una cella)
per i colori, per il pastello, per quel verde
ma soprattutto per le mani, la benda, i gesti, i piani, i tempi

sono giorni strani sono giorni folli.
è arrivata questa influenza e tutto intorno è impazzita una città.
noi ce ne siamo accorti prima, perchè viviamo in chinatown, a milano, e la nostra via si è svuotata piano piano.
nell’ultimo mese sempre meno gente e meno gente e meno gente e sabato sera faceva impressione perchè non c’era nessuno.
sono andata a fare la spesa e il supermercato era vuoto e faceva quasi paura vedere gli scaffali desolati e solo la pasta dei formati del cazzo (GLI ZITI. ma chi se li magna li ziti?)
e le scuole chiuse tutta la settimana e i ragazzi contenti e j che si salta l’interrogazione di scienze e una sensazione strana di vacanza e di paura, come è strano vivere una cosa che tocca tutti e nessuno -ma potenzialmente tutti- e sentirsi tutti uguali tutti ugualmente esposti e lontani e tutti passivi e non capita quasi mai di sentirsi di non poter fare altro che accettare.

a me mi piace questa cosa e mi piaceva la sensazione di ieri sera, quando è domenica ma il giorno dopo sarà un lunedì speciale e senza scuola e si lavora da casa e tutti un pò curiosi un pò spaventati un pò strani.

io sono partita per roma, per lavoro e sono in albergo e penso

quando sono in cose strane, paura o emozione o pensieri – e mi capita spesso perchè in realtà vivo un pò lontana da quello che mi succede intorno-
penso
non è che PENSO ma VEDO
delle cose che mi piacciono
a volte vedo le figurine di schiele, i suoi appunti, un piccolo tratto di matita e le facce tristi o le schiene nude. a volte vedo mirò e i punti e i colori, spessissimo vedo piero della f

oggi ho visto il beato angelico

questo beato angelico – la P A S S I V I T A’

cosa succede lì? cosa è questa violenza sui pastelli? questa violenza così bella, questa pietà con il cuore, e lui lì fisso immobile eterno?

la madonna in rosa – e siamo abituati a pensarla nel blu, no?
ma qui è nel rosa ma chissà a cosa pensa con quella faccia lontana, lo sguardo sempre pieno di quel dolore, ferma lì a subire tutto quel male
e san domenico che legge che ti viene da dire ma cristo ma cosa cazzo leggi ma lo vedi lì dietro?

il basamento rosa e sopra il marmo e su un cubo rosso lui, lì, cieco di benda e un bastone e una spugna in mano.

e la cosa più crudele qual è? è il cappello alzato per salutare cristo.
ti togli il cappello, mi mostri rispetto e reverenza e mi sputi in faccia.
più brutale delle botte, della rabbia, delle ferite c’è quel gesto infame.

a me questa cosa mi ritorna in mente spesso, non solo oggi

e poi le mani, le mani mozzate, il corpo che non ha senso non ha ruolo e non serve a niente perché quello che bisogna vedere è l’azione, le bastonate, sberle, schiaffi, saliva quanto rumore fa questo affresco? si sentono i ceffoni si sentono gli insulti si sente il suono del legno sulle spalle

lui è lì – dove dovrebbe andare? nella rassegnazione, con la mamma che guarda in basso.

c’è un altro cristo deriso dipinto da beato angelico, il prete col pennello.

ed è un’esplosione di rosa, su legno (armadio degli argenti, 1451 ca), dipinto più di 10 anni dopo.

la benda i drappeggi i colori gli sfumati le fogge i vestiti i cappelli le pettinature
la prospettiva e l’intenzione dello sguardo dritta: non china più la testa, è lì, è ancora più lì
e non c’è maria né san domenico, qualcuno chiacchiera, qualcuno si inginocchia.

quello che fa più paura è l’uomo col cappello giallo che si gode la scena – la mano sul fianco e guarda e guarda chi lo bastona chi lo schiaffeggia

ciao beato angelico, amavo la tua annunciazione, i colori delle ali di quei tuoi angeli allegri, poi ora amo anche questa violenza tenue e meravigliosa e sono così felice quando inciampo nel bello

e anche
viva il rosa

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